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Lo schiaffo, Christos Tsiolkas

lo schiaffo Connie perse il filo. Ogni tanto annuiva, ma smise di seguire la conversazione. Jenna era innamorata di Jordan da anni. Oggi sì, domani no. Non era nemmeno sicura che lei ci volesse davvero stare con Jordan o preferisse il melodramma atteggiato dell’amore non corrisposto. Lo sapeva, Jenna, che cos’era l’amore? Quanto faceva male, quant’era inebriante, quanto ti disgustava? Lo sapeva che l’amore era come essere sbronzi e strafatti e nauseati allo stesso tempo?
 
[…]
 
Il vino e i superalcolici avevano sciolto le lingue, insieme a qualcos’altro, un passo indietro nel passato: si ricordarono di una cameratismo che era così sentito, così apprezzato che solo ricongiunti dal lutto per la morte di un amico potevano ammettere quanto fosse mancato a tutti, quanto ne avessero sentito la nostalgia. La conversazione tornò ai figli e ai nipoti, come sempre, riflettè Manolis, tra persone vecchie come noi, ma questa volta gli uomini ammisero le delusioni e i fallimenti. Vennero fuori i racconti dei divorzi o le imprecazioni sulla pigrizia o l’egoismo o l’idiozia di questo o quel figlio. Le scelte sbagliate del partner, sul lavoro, nella vita. La mancanza di rispetto era un tema ricorrente, così come le droghe e l’alcol. Le donne si misero ad ascoltare in silenzio gli uomini, rabbuiate, preoccupate. All’inizio si rifiutavano di ammettere qualsiasi perplessità nei confronti della prole, lanciando solo qualche avvertimento ai mariti. Sta’ zitto, Sotiri, non è colpa di Panayioti se ha sposato quella stronza.